Autorità, soci ANVRG e cittadini a Cesenatico per la Festa di Garibaldi 2022

A Cesenatico la 137° edizione della FESTA DI GARIBALDI

Il Garibaldi Day n. 137, promosso dall’ANVRG in collaborazione col Comune, è stato celebrato anche quest’anno in una Cesenatico che ha accolto con il solito caldo abbraccio tutti i garibaldini presenti alla cerimonia di commemorazione delle gesta dell’Eroe dei Due Mondi.

L’appuntamento era per il 7 agosto davanti al Municipio sul Porto Canale leonardesco, da cui è partito il corteo alla volta di Piazza Carlo Pisacane. Ne facevano parte, oltre ai garibaldini e ai rappresentanti delle Istituzioni, circa 200 persone, gran parte delle quali in fiammante camicia e fazzoletto rosso. Non mancavano nemmeno i figuranti di Giuseppe ed Anita e tante persone con le bellissime ed evocative divise dell’epoca, in camicia rossa, pantaloni blu e moschetti in spalla. In Piazza Pisacane, sede di una delle poche statue di Garibaldi in cui non è rappresentato a cavallo, l’amico Gianfranco Giunchi ha coordinato il corteo e la cerimonia in collaborazione con la sezione dei Carabinieri in congedo di Cesenatico, che, come da consuetudine, aiutano nella sicurezza della manifestazione.

Dopo la deposizione della corona ai piedi del monumento garibaldino e l’esecuzione dell’inno nazionale da parte della banda “Città di Gradara”, il corteo ha percorso tutto il Porto Canale leonardesco fermandosi davanti alla casa dove nel 1849 fu ospitata Anita, stremata e sofferente, in fuga dalle truppe austriache e pontificie insieme a Garibaldi e ad un manipolo di suoi fedelissimi. Il giorno seguente, il 2 agosto, dopo aver trascorso la notte in quella casa sul porto di Cesenatico, si impossessarono di 13 pescherecci, i “bragozzi”, e presero il mare con l’intento di raggiungere Venezia, ma l’operazione fallì e dovettero ripiegare su Ravenna.

Si è poi proseguito fino a Piazza Ciceruacchio, su cui vigilano i busti di Garibaldi e di Anita, che ha donato la sua giovane vita per gli ideali risorgimentali incarnati dal marito e dai suoi fedeli combattenti. Oggi più che mai Anita è emblema delle donne che hanno combattuto, e lo fanno ancora, per l’emancipazione femminile e per i più alti valori di libertà e difesa dei diritti universali.

Piazza Ciceruacchio è simbolica anche per la presenza della rosa “Anita Garibaldi”, piantumata l’anno scorso nell’ambito del progetto culturale “Due mondi e una rosa per Anita” ideato e realizzato dal Museo e Biblioteca “Renzi” di Borghi in collaborazione con l’Istituto Tecnico “Garibaldi-Da Vinci” di Cesena e l’Instituto Cultural “Anita Garibaldi” di Laguna (Brasile), città natale dell’eroina.

Dopo la commemorazione, i garibaldini, i cittadini e le autorità – tra cui il Sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli, il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani, il vicepresidente ANVRG Filippo Raffi, i presidenti delle Sezioni ANVRG di Ravenna, Cesena-Cesenatico, Rimini e Arezzo, il consigliere nazionale Daniele Villa e il direttore dell’Ufficio Storico Andrea Spicciarelli – hanno percorso il Porto Canale fino ad arrivare alle Porte vinciane per lanciare la tradizionale corona in mare in onore di tutti i caduti. Fermate da onde alte un metro, le imbarcazioni quest’anno non hanno potuto prendere il largo, ma la simbolicità del gesto si è comunque compiuta.

Tra i personaggi più significativi dell’edizione 2022, in rappresentanza della famiglia di Garibaldi ha partecipato un discendente della stirpe di suo figlio Menotti, Alessandro Buscaglione, la cui madre è pronipote di Menotti Garibaldi. Anche quest’anno, inoltre, non è mancato il 93enne ravennate Giovanni Culiolo insieme alla figlia Giulia, discendente di Giovanni Culiolo, meglio conosciuto come “Capitan Leggero”, che intrecciò strettamente la sua vita a quella dell’Eroe.

La sera successiva migliaia di persone hanno assistito ai tradizionali “fuochi di Garibaldi”, uno degli spettacoli pirotecnici più belli di tutta la Romagna.

L’appuntamento a Cesenatico è fissato per il 6 agosto 2023, per festeggiare ancora una volta Giuseppe Garibaldi, Anita e i loro valorosi volontari. Ma soprattutto i loro immortali ideali. (Federica Monticelli)